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Street Art

 Comparve per la prima volta a Philadelphia negli anni sessanta, raggiungendo New York poco dopo. La storia di questa forma d’arte, tuttavia, risale alla preistoria con i primi graffiti rupestri sulle pareti, usate come fossero tele vuote per la creazione di disegni. Oggi la Street Art e i suoi artisti hanno raggiunto la fama internazionale, producendo opere complesse spesso ricche di contenuti, scopi politici e sociali.

Sono le influenze pop, intese anche nel senso più letterale della parola, che caratterizzano tutta la produzione di opere d’arte popolare urbana dagli anni ’70 ad oggi, passando per i grandi protagonisti del movimento come Keith Haring e Banksy. Un’arte che, per esporre, sceglie i muri più belli e più visibili, che tenta di riqualificare angoli abbandonati di periferia, che esprime denunce sociali ma che, proprio per i suoi significati più disparati, viene “musealizzata”.

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Roma è una delle destinazioni più interessanti per la Street Art. La gamma di lavori è in continua crescita, da opere già consolidate a quelle nuove che si materializzano ovunque durante la notte. La città eterna, dove il tempo e la storia dell’umanità si sono stabiliti in ogni angolo delle sue mura, è diventata uno dei centri dell’arte contemporanea e urbana. È la prima ad ospitare un afflusso di artisti internazionali come H. Baglione, Momo, Clemes Behr, e molti anche italiani, soprattutto romani come Alice Pasquini, Jerico, Sten Lex e Lacurci.

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Il successo e l’entusiasmo per la Street Art a Roma ha ricevuto attenzioni a livello internazionale, tanto che il Comune ha deciso di creare un’app degli itinerari Street Art, guidando i visitatori alla ricerca di questi capolavori disseminati ovunque tra vicoli e slarghi. La “strada” diventa così un vero e proprio museo. Questo percorso comprende oltre dieci quartieri, che vanno da quelli centrali e storici come Testaccio a quelli più periferici come Tor Bella Monaca; ci sono oltre cento strade e trecento opere da vedere, le più degne di nota menzionate in questo articolo.

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La più famosa delle esperienze di Street Art a Roma è il tour open air del “MURO” (Museo d’arte urbana di Roma) al Quadraro, in zona Tuscolana. La visita inizia a piedi in Via dei Lentuli, dove Diavù ha dipinto Art Pollinates. Altro capolavoro politicamente forte qui è il Nido di Vespe, realizzato da Lucamaleonte, che prende in considerazione il blitz tedesco che è stato condotto nell’aprile del 1944.

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Una delle poche opere dell’artista G. Pistone è dipinta sopra l’entrata del tunnel, un mostro che custodisce l’ingresso tra il Quadraro e il distretto adiacente. L’uscita del tunnel è dipinta da Mr.Thoms e rappresenta una bocca gigantesca che risucchia ogni cosa. C’è una parete d’angolo più grande dipinta da Jim Avignon, l’artista di Berlino e, ultimo ma non meno importante, alla fine del tour, è il lavoro di Ron English intitolato Baby Hulk.

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Riconosciuto come uno dei quartieri artistici di Roma, San Lorenzo ospita studenti e arte di strada; da Via dei Volsci a Via degli Enotri passando per Via degli Ausoni c’è molto da vedere. Vanno menzionate le opere di molti famosi artisti di strada internazionali tra cui un murale di The Broken Fingaz Crew e Banksy, il francese Christian Guémy, gli artisti italiani Assolo, Unga e Pasquini. Nonostante sia la patria di tanti noti pittori, la natura giocosa di San Lorenzo è diventata un terreno fertile per gli artisti romani che usano costantemente le sue mura per dare sfogo al proprio talento.

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Anche il Pigneto, una zona prevalentemente industriale e poco distante da San Lorenzo, è ricca di Street Art. I lavori che possiamo trovare qui sono disegni di Hogre, Hopnn e Alt97. Il Pigneto viene a volte chiamato “Home of Stencil” per i dipinti di Sten & Lex che sono considerati i pionieri dei graffiti “stencil”, in quanto hanno inventato la tecnica a mezz’ombra. Stanno utilizzando questo metodo dal 2000 nelle strade di Roma, Londra, Parigi, Barcellona e New York.

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Il quartiere Ostiense è un quartiere moderno e alla moda dove l’arte contemporanea si fonde perfettamente con l’arte pubblica e la Street Art; detiene più di trenta grandi opere pubbliche e si è integrato nel patrimonio artistico della città. Lo spazio è stato inizialmente ideato da 999Contemporary per promuovere l’area tra le stazioni metropolitane di Piramide e San Paolo. Ha avuto successo nel lasciare il segno nel 2010 con l’Outdoor Urban Art Festival. Fu durante questo periodo che JB.Rock dipinse il Wall of Fame in Via dei Magazzini Generali. Ci sono opere di Blu, Sten & Lex, Ozmo, Gaia, Borondo, Hitnes e Lucamaleonte, solo per citarne alcuni. La Street Art di Ostiense è stata legalizzata e le pareti di questa zona sono coperte da pezzi incredibilmente sorprendenti, una visita sicuramente da non perdere.

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Anche la zona popolare di Tor Marancia ha ricevuto ben venti murales monumentali, disegnati sugli edifici con progetto concepito sempre da 999Contemporary. Questi murales hanno una lunghezza di quattordici metri e una superficie di centocinquantacinque metri quadrati ciascuno. Diamond, Mr.Kleva e Moneyless, Seth, Philip Baudelocque e Jaz sono solo alcuni degli artisti internazionali di strada che hanno partecipato gratuitamente a questa impresa. Animali surreali, mostri giganti, volti, supereroi in un tripudio di colori, ognuno dei quali racconta una storia, hanno trasformato i muri delle case popolari in un museo a cielo aperto, creando di conseguenza un’altra forma di turismo accessibile a tutti.

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Attualmente i riflettori sono puntati ancora sulla periferia e precisamente sulla zona di Tor Bella Monaca, ma questa volta si parla di graffiti sulle facciate delle torri. Il progetto si chiama “Moltitudini” ed è il frutto di un lungo lavoro di confronto tra istituzioni, realtà locali e l’associazione 999Contemporary che ha curato anche il progetto di Tor Marancia insieme alle Università di Roma Tre e Tor Vergata.

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Ad inaugurare la riqualificazione urbana di Tor Bella Monaca è Diamond, artista romano e firma tanto nota quanto ormai autorevole nel panorama della Street Art di Roma e d’Italia: “Penso che sia importante portare queste opere in quartieri come Tor Bella Monaca – commenta Diamond -, sono molto contento di far parte di questo progetto, sono passati tanti anni dai miei primi murales in questo quartiere. Un piacevole ritorno”. Sembra chiaro che l’arte dei “graffiti” è in continua evoluzione, un po’ dentro il mercato e un po’ fuori, da una parte apprezzata come spunto creativo per la “rigenerazione” delle nostre periferie dall’altro ritenuta, per alcuni, ancora un’iniziativa ai limiti dell’atto vandalico: certamente resta, senza alcun dubbio, uno dei fenomeni più nuovi e vistosi della scena urbana contemporanea.